Carbonia: domus de janas di Monte Crobu

Domus de janas di Monte Crobu, Carbonia

 

Non molto distante dalla località di Coderra si erge il Monte Crobu. In questo luogo, il cui nome lo indica frequentato da corvi, sono ubicate alcune domus de janas, scavate nel versante del monte che si affaccia verso sud-ovest. Una sola tomba di questa necropoli è stata esplorata con moderni criteri scientifici.

Si tratta della Tomba I, utilizzata nel III millennio a. C., che è stata scavata secondo uno schema architettonico particolarmente interessante. L’ingresso alla tomba si apre sul fondo di un ampio corridoio imbutiforme e consente l’accesso ad una prima camera di forma semicircolare. Segue poi una ulteriore camera in asse con l’ingresso, su cui lati si aprono cinque nicchioni. In queste cellette dovevano essere deposti i defunti. La struttura complessa di questa tomba non ha riscontri analoghi nella regione sulcitana e si richiama alle tipologie delle domus de janas presenti nella Sardegna settentrionale.

La tomba ha restituito alcuni recipienti fittili appartenenti alla cultura di San Michele di Ozieri (3500-2700 a.C.), tra cui alcuni vasi con carena, tazze, vasi a cestello, ciotole, vasi globulari a colletto, vasi tripodi, ricomposti e in frammenti, talvolta con superfici lisce, tal’altra ornati nelle superfici con le tipiche decorazioni incise o impresse.

Testo tratto da:IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI CARBONIA, di Luisa Anna Marras


Le tombe, risalenti alla cultura di San Michele di Ozieri (3300-2480 a.C), sono scavate in un bancone di tufo trachitico. Tra tutte le domus, quella più grande e interessante è sicuramente la I; si tratta probabilmente di una tomba Santuario. Essa è composta da un lungo corridoio attraverso il quale si accede alla prima stanza caratterizzata dalla presenza di due banconi ai lati e dal soffitto inclinato verso l’esterno. Da una porta, scavata nella roccia, si accede al secondo vano, rettangolare, con il soffitto a doppio spiovente. Sulla parete frontale alla porta, si trova una cavità attraverso la quale si accede ad un piccolo vano. Sulla facciata di fondo di quest’ultimo è scolpita una falsa porta (simbolo di passaggio nell’aldilà). Nel corridoio d’ingresso sono stati trovati elementi di corredo, recipienti ceramici come il tripode, il vaso a cestello e la pisside, oltre a strumenti litici come lame, grattatoi, punte di freccia.

Purtroppo la tomba mostra i segni dell’incuria e della maleducazione umana; diverse pareti sono state danneggiate con scritte fatte utilizzando bombolette spray ed anche nella finta porta si può notare un foro, segno dei tentativi di picconare la parete, compiuto sicuramente dai tombaroli.

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